Ilva: ora la Procura valuta la cessione diretta dei prodotti

 
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Ilva: ora la Procura valuta la cessione diretta dei prodotti
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                Ilva: ora la Procura valuta la cessione diretta dei
                prodotti
                Domenico Palmiotti

                TARANTO
                Ci sarà probabilmente una decisione unica dei giudici su vendita delle merci Ilva sotto sequestro e svincolo di quella
                parte che l'azienda ritiene non dovesse essere sequestrata perché prodotta prima del 26 luglio. In Procura sono
                arrivate da alcuni giorni le relazioni dei custodi giudiziari relativamente ai quesiti posti dai pm, ovvero se tubi, coils e
                lamiere sottoposti ai sigilli siano o meno deteriorabili a causa dello stoccaggio all'aperto, e quale sia il livello di
                deteriorabilità, e inoltre quale è l'effettivo valore commerciale delle merci. L'azienda dice un miliardo di euro, i
                custodi, invece, indicano una cifra di poco inferiore agli 800 milioni di euro. Raccolte queste relazioni e l'istanza di
                dissequestro fatta dall'azienda a uno dei custodi relativamente a 42mila tonnellate di acciaio destinate a Snam Rete
                Gas e prodotte prima del provvedimento giudiziario per l'area a caldo, i pm dovranno decidere. La vendita diretta di
                quanto è stato sequestrato il 26 novembre poiché realizzato da impianti che non dovevano essere in attività, è
                un'ipotesi che la Procura sta vagliando da settimane ed ha acquisito maggiore attualità nel momento in cui sia i pm,
                che il gip, hanno respinto la richiesta aziendale di un dissequestro vincolato, finalizzando cioè il ricavato agli stipendi
                del personale e agli interventi dell'Autorizzazione integrata ambientale. La vendita diretta, gestita da uno dei custodi,
                consentirà invece di preservare tutto il denaro che diverrà così un deposito da utilizzare per l'eventuale confisca.
                E all'Ilva, intanto, sono tornati in produzione nell'area a freddo circa 150 lavoratori sui 535 annunciati dall'azienda. È
                ripartito il tubificio Erw ma non ancora il laminatoio a freddo per il quale si sta completando la manutenzione e la
                messa a punto degli impianti. D'altra parte, l'Ilva aveva già detto ai sindacati metalmeccanici che il riavvio dell'area a
                freddo sarebbe stato graduale e preceduto dall'intervento dei manutentori. E mentre tra il 15 e il 17 febbraio è
                annunciato l'arrivo nel siderurgico dei tecnici dell'Ispra che dovranno controllare lo stato di attuazione dell'Aia, sul
                fronte giudiziario, invece, si radicalizza lo scontro fra Magistratura e famiglia Riva. Ieri la Procura ha detto no
                all'istanza degli avvocati che hanno chiesto la libertà per Nicola Riva, ex presidente dell'Ilva, ai domiciliari dallo
                scorso 26 luglio. I legali avevano fatto presente che Nicola Riva si è dimesso da tutte le cariche societarie, che da
                sette mesi è solo l'ex presidente di una azienda che in base alla legge 231 del 24 dicembre scorso è autorizzata a
                produrre, e che non può più reiterare il reato, né inquinare le prove. Nicola Riva si è dimesso ai primi di luglio e il
                suo posto è stato preso da Bruno Ferrante. Trascorsi i termini di custodia cautelare per le ipotesi di reato di disastro
                doloso e rimozione e omissione di cautele sui luoghi di lavoro, Nicola Riva resta ai domiciliari per l'accusa di
                avvelenamento di sostanze alimentari, reato che potrebbe privarlo della libertà sino al 26 luglio prossimo. Il parere
                negativo dei pm alla libertà di Nicola Riva non è vincolante perché sarà il gip Patrizia Todisco a decidere. Sinora,
                però, Nicola Riva ha incassato quattro «no» alla sua scarcerazione: dal Tribunale del riesame, dallo stesso gip, dal
                Tribunale dell'appello e dalla Corte di Cassazione lo scorso 16 gennaio. Per la libertà di Nicola Riva è stato
                presentato un altro ricorso sempre in Cassazione.
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Lettori: 1.179.000                                     07-FEB-2013

Diffusione: 266.088   Dir. Resp.: Roberto Napoletano    da pag. 36
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Diffusione: 273.827   Dir. Resp.: Mario Calabresi    da pag. 25
Eurofer

Sempre più nere le prospettive dei settori utilizzatori nel 2013

06-02-2013 -
La luce della speranza si accenderà solo nel 2014. Ancora un anno di sofferenza quindi per
i settori utilizzatori di acciaio, in accordo con i dati diffusi nel report trimestrale di
Eurofer. Nel 2013, secondo l’associazione europea dei produttori di acciaio, si assisterà
ancora una volta agli effetti delle politiche di austerity e della scarsa fiducia dei
consumatori, praticamente crollata nella seconda metà del 2012. A complicare
ulteriormente la situazione vi saranno ancora anche le restrizioni del credito, e il
rallentamento dell’economia globale non permetterà di avere degli effetti calmieranti così
efficaci nemmeno sul fronte delle esportazioni. In sintesi il 2013 dovrebbe far segnare un
ulteriore peggioramento della produzione dei settori utilizzatori dello 0,8%, per poi
passare ad una crescita dell’1,4% nel 2014.
Costruzioni –

È forse il settore che più di altri subisce gli effetti dei piani di austerity, con una
significativa riduzione delle attività soprattutto in Spagna, Italia, Olanda e Slovacchia. Una
situazione che in Spagna non dovrebbe cambiare nemmeno il prossimo anno. Parte della
domanda repressa in questi anni dovrebbe però concentrarsi nel 2014, quando il settore
dovrebbe recuperare oltre l’1%.
Ingegneria meccanica –Nel complesso in comparto ha perso forza nell’ultimo trimestre
dell’anno, anche se Germania e Regno Unito sono riuscite addirittura a consolidare la
propria quota di mercato. Il 2013 dovrebbe però vedere un riequilibrio sui livelli visti in
precedenza, nonostante un probabile ulteriore calo nella domanda europea in particolare
in Francia, Italia e Svezia.

Automotive – Senza un ritorno nella fiducia dei consumatori è difficile prevedere
qualsiasi accenno di ripresa per l’auto europea. Ad eccezione dell’Inghilterra, infatti, il
settore ha subito pesanti ridimensionamenti con un calo diffuso che dovrebbe crescere di
un ulteriore 2% nel corso dell’anno.
Tubi – Anno difficile ad eccezione dell’ultimo trimestre per i tubi in acciaio. Il 2013 vedrà
infatti una stabilizzazione della situazione sui livelli minimi visti finora. Per il 2014, grazie
al il ritorno del restoccaggio e della domanda, invece le previsioni sembrano fornire
prospettive di maggior relax al mercato.

Elettrodomestici – Come nel caso dell’automotive questo settore più di altri subisce
l’influenza della fiducia dei consumatori, che si traduce in acquisti dei prodotti finiti. Per
l’anno in corso quindi le prospettive sono ancora mediamente negative, in particolare
nell’Europa occidentale dove il mercato è regolato soprattutto dalle sostituzioni. Maggiori
speranze si concentrano sul 2014.
d.l.
© Siderweb 2013. Tutti i diritti riservati.
By JOHN M. BRODER

                                                                                             World Resources InstituteUnder a “go-getter”
regulatory scenario, the nation’s greenhouse gas emissions could be reduced by 17 percent from 2005 levels by 2020, a new analysis suggests.

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giovedì 7 febbraio 2013                                                           FEDERACCIAI Bruxelles

Baosteel Thai subsidiary Baoli Pipe starts seamless pipe production
According to Chi nese st eel gi ant Baosteel, its Thailand- based subsidiary B aoli Pi pe Co. produced its first
seamless steel pi pes on Januar y 30, m arking an impor tant st ep i n B aosteel's int ernational devel opment strategy
in rel ati on to steel pipe.
In M arch 2012, B aost eel Co Ltd toget her with Zheji ang Province based Jianli Co. invest ed i n the establishment of
Baoli Pi pe C o i n Thail and. The new com pany, with a desi gned annual out put of 200,000 tonne, will mai nl y produce
coupling casi ng, pl ain-end casing, line pi pe and struct ural pi pe.
Source - Visit www.steelor bis.com for more

South Africa to tighten scrap metal export
IOL reported that South African steel mills and foundr ies will be gi ven priority to buy scrap met al which can only
be export ed if they are off ered it at discount fir st accordi ng t o a draft policy aimed at protecti ng local industry.
This is one of a draft of proposals being pursued by t he stat e t o boost local producti on of steel and ot her
industrial input mat erials thereby limiting the country's reliance on im ports as it seeks to s pend ZA R 4 trillion rand
on new r ailways, roads and ports over the next tw o dec ades.
The draft polic y from t he ministry of economic developm ent sai d t hat “A fail ure by l ocal industry to r espond
sufficientl y and timely to increas ed demand will lead to great er l evels of imports. That would expose the
infrastructure build program to im port risks and c urrency fluctuations.”
It said that “The ultim at e goal is to ensur e t hat there is a steady suppl y of qualit y scrap m etal t o l ocal users at a
price that is reasonable in order to support t he l ocal industr y.”.
An i ncrease i n scrap metal exports has hit mini steel mills and other process ors of scrap m etal which in turn has
caused shortages of products suppli ed t o t he c onst ruction industry and could hurt the governm ent's massive
infrastructure progr am.
Already f errous and non ferrous w aste need an author izati on from trade r egulator ITAC t o be exported but the
new polic y proposes that ITAC w oul d onl y be all owed to issue expor t permits once t he scrap had been offered t o
dom estic us ers first.
A total of about 3.5 million tonne of scrap metal is collected in South Africa eac h year out of w hic h at least 1. 5
million tonne is export ed accor ding to the M etal R ecyclers Associ ati on.
The draft polic y, which excluded a tot al ban and t ax on scrap metal exports is still subject to comm ents and has to
be ratifi ed before becomi ng law.
Source - www.iol.co.za

ArcelorMittal Europe operation Q4 update
Ar celorMittal announced res ults for its Flat Carbon Europe segm ent f or the f ourth quarter and full year of 2012.
The s egment recorded an oper ati ng l oss of E UR 2,212 million for the fourth quarter of 2012 which includes
impairments and restr uctur ing costs but excludes interest and tax costs. The tot al operati ng l oss for the full year
was EUR 2,855 million. O perati ng results i n 4Q 2012 incl uded a US D 2.5 billion write down of goodwill due to the
weaker macro economic and m arket environment i n Europe.
Com pared t o 3Q 2012, the segment’s crude steel producti on f ell 5.1% to 6.4 million tonne i n 4Q 2012 as inventory
levels w ere reduced and output w as ali gned with local market dem and l evels. For the year as a w hol e producti on
dropped by 7% to 27. 4 mi llion tonne
Steel s hipm ents for 4Q 2012 i ncreased to 6 million tonne a small increas e of 2.1% as compared to 5.8 million
tonne for 3Q 2012 due t o a mil d pick up foll owi ng t he s easonall y weak er sum mer per iod. However, a decrease of
4% was recorded for the year as a w hol e to 26 million tonne when com pared to 27. 1 milli on t onne in 2011
Sales wer e EUR 4.7 billi on f or 4Q 2012, a marginal decrease of 2.8% as com pared t o EUR 4.8 billion for 3Q 2012
due to low er prices; while for the year as a w hol e t here w as a decrease of 5.1% to E UR 21. 1 billi on
Capital expendit ure i n the segment for the fourth quarter of 2012 was E UR 116 million and f or full year 2012
CAPEX spend r eached EUR 637 million
Eurozone GDP has contracted almost every quarter since Q4’ 2011. Investment and c onsumpti on are likely to
decline again, as unempl oyment ( a rec ord l evel of 11.8%) and decli ni ng credit wei gh on r etail sales, down 2.6%
YoY in Dec ember 2012. W ith G reece still facing i mportant debt iss ues, S pain and Italy facing extended
recessions, t he E urozone is likely to rem ai n i n recession, wit h 2013 GDP down - 0.2% YoY. Aut o demand w as very
weak during 2012, with sal es dow n 8. 4% to levels not seen sinc e mi d of the 1990’s. A pparent steel demand i n t he
European Uni on i n 2012 i s estimat ed t o have declined almost 9% for the year as a w hol e and by over 3% i n Q 4
al one. EU demand is now alm ost 30% below 2007 l evels.
Mr Robr echt Him pe CEO of Fl at Carbon E urope and m ember of the Ar cel orMittal M anagement Committee sai d
that “U nderlyi ng steel demand remains weak in Europe and l ooks set t o rem ai n s o i n 2013. Our cust omers are
continuing to scale back capital i nvestment in res ponse. D uring the last quart er w e’ve c onti nued to im plem ent
measur es to respond to this situation, t o deliver excell ent servic e t o our custom ers and to become m ore cost
competitive. The essential components of asset opt imization have been announced. W hile som e of these
measur es and pr ojects are not easy for our em ployees, w e will always strive to find a soci ally accept able solution
for all thos e possibly affected.”
Source – ArcelorMittal
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Canada starts AD probe on galvanized steel wire
Pursuant t o subsecti on 31 of the Special Im port Measures Act t he President of t he C anada Border S ervices
Agency i nitiat ed i nvestigations on January 21st 2013 res pecting the alleged injurious dumping of certain
gal vanized st eel wir e originating i n or exported from the People’s Republic of C hina the Stat e of Israel, and t he
Kingdom of Spain and the all eged injurious subsi dizing of certai n gal vanized steel wire originati ng i n or exported
from the People’s Republi c of Chi na.
Source - www.cbsa- asfc.gc

Japanese steel imports in 2012 down by 3pct YoY
Item                                                             2011                   2012                   YoY

Pig iron                                                         563,662                197,018                -65%

Ferroalloy                                                       1,784,464              1,704,371              -4%

Ingots                                                           17,907                 12,107                 -32%

Semi-finished products                                           206,048                274,876                33%

Total ordinary steel products                                    4,483,496              4,460,310              -1%

Total specialty steel products                                   400,005                541,040                35%

Total secondary steel products                                   747,577                752,666                1%

Total iron and steel products                                    8,299,159              8,039,754              -3%

In tonnes

Source - JISF

US weekly raw steel production update
In the week ending February 2, 2013, domestic raw steel producti on w as 1,801, 000 net t ons whil e the capability
utilization rate was 75.2%. Pr oduction was 1, 944,000 t ons in the week endi ng February 2, 2012, whil e the
capability utilizati on t hen was 78.5%. The c urrent week pr oduction represent s a 7.4% decreas e from the same
period in the previ ous year.
Pr oduction for the week ending Februar y 2, 2013 is down 0.3% from the previous w eek endi ng January 26, 2013
when pr oducti on was 1,806,000 tons and the rat e of capability utilizati on w as 75.4%
Adjusted year to date producti on t hrough Februar y 2, 2013 was 9, 006, 000 t ons, at a c apability utili zation rate of
75.0%. That is a 6.2% decreas e from the 9, 601,000 tons during the same period last year, when the capability
utilization rate was 77.7%
Br oken down by districts, here's production for t he week endi ng February 2, 2013 in thous ands of net tons:
Nor th E ast: 195
Great Lak es: 657
Midwest: 254
Southern: 609
W estern: 86
Source - steel.or g

Germany rolled steel orders up by 7%
New orders in the G erman steel m ar ket stabili zed on year on year basis in t he f ourth quart er of 2012, accor ding
to the G erman steel federati on W irtschaftsver eini gung St ahl (W V Stahl) . I n t he quarter in question, roll ed steel
orders in G ermany r ose around seven percent quarter on quarter, reachi ng 9.3 million t onnes, up by 1% year on
year, following si x cons ecutive quar ters of year on year decrease.
Stimulus came especiall y from forei gn markets (up 10. 3% quarter on quart er and rising by five percent year on
year), totali ng 3.8 milli on metric tonnes, w hil e dom estic dem and decreased by 1.3% year on year to 5.5 million
metric tonnes.
Due to the weak ec onomic conditi ons, G erman rolled st eel deliveries in the fourth quarter fell by 10 percent to 8.3
million m etric tonnes c ompared to the pr evi ous quarter and w ere down one per cent from the already- depressed
same quart er of the previous year. How ever, W V Stahl assum es dem and may be stimul ated by i nvent ory buildi ng
in the first quarter of 2013.
Source - Visit www.steelor bis.com for more

Korea HRC exports in 2012 down by 4%
According to statistics releas ed by the K orea Iron and Steel Association, t he countr y’s exports of hot roll ed c oils
tot aled 5. 3 million tonnes in 2012, falling by 4% from a year ago.
Industry s ources said that the c ountry’s decreased HRC exports were caused by t he uncertain economy.
In 2012, K or ea’s HRC exports to Japan decreased by 4%; t hose to Vi et nam slumped by 24% while those to
Indonesi a i ncreased by 27%, all compar ed t o t he figures in a year ago.
Source - www. yi eh.com)

                                                             2
NLMK Europe Strip Products
2012 operating res ults of NLMK Eur ope Strip were impacted by low er demand for flat steel pr oducts and the
weakeni ng i n European i ndustrial producti on in H2 2012. Annual producti on declined by 14% Y oY to 1.192 million
tonnes. NLMK’s R ussian operations s upplied 0,956 million t onnes of sl abs out of approxim ately 1,155 million
consum ed by t he unit.
2012 fi nished product sales declined by 5.6% t o 1. 257 million tonnes. Sales of the m ost profit able product last
year cold rolled steel increas ed by 6. 5% YoY. HR C and gal vanized s ales declined by 7% and 5%, res pectively.
Key c onsumi ng sect ors were Eur opean automoti ve manufactur ers and the constructi on sect or. The l argest
consuming m arkets were W estern and Nort hern European countries.
Q4 finished steel output was 209,000 tonnes, a decreas e of 15. 6% QoQ. Sales were s equentially l ower by 18.5%
QoQ at 225,000 tonnes. The largest decline w as r ecorded for HR C sal es whi ch were 54,000 tonnes lower. Q4
operating res ults were lar gely impact ed by t he det erioration in the European steel market conditions and
destocking by trading and service centers.
Million tonnes                        Q4'12               Q3'12                QoQ                       Q4'11            QoQ

Hot-rolled steel                      0.13                0.18                 -30.00%                   0.22             -42.80%

Cold-rolled steel                     0.02                0.02                 0.70%                     0.02             7.00%

Coated steel                          0.08                0.08                 3.60%                     0.09             -10.20%

Total sales                           0.23                0.28                 -18.50%                   0.33             -31.10%

Million tonnes                                                    2012                   2011                    YoY

Hot-rolled steel                                                  0.83                   0.89                    -7.10%

Cold-rolled steel                                                 0.1                    0.09                    6.50%

Coated steel                                                      0.34                   0.35                    -5.00%

Total sales                                                       1.26                   1.33                    -5.60%

In 2012, pl ate output of t he business unit declined by 10.5% YoY to 924,000 tonnes pr essur ed by the weaker
steel market conditi ons in Eur ope and softer pl ate prices. Moder nizati on acti viti es at NLMK DanSt eel rolli ng
operations follow ed by t he l aunc h of the new r olling mill in Q4 2012 s erved as an additional factor aff ecting the
unit’s performance. The new mill expanded NLMK E urope Plat e pr oduct offering adding new gauges of pl ates.
After the launch the mill, NLMK DanSteel conti nues to sell products t o its existing customer bas e, at t he s ame
time expandi ng its m arket presence t o new niches. At this stage, nearly 20% of products from the new mill have
not been produc ed before the upgrade of the rolling facilities.

In 2012, sl ab sales to N LMK Eur ope Pl ate from NLMK’s Russi an oper ati ons reac hed 920,000 tonnes out of
973, 000 t onnes of sl abs cons umed. 2012 sal es were 922, 000 t onnes, a decline of 10. 6% Y oY. The business unit
continued t o expand int o t he quenched and temper ed pl ates market. The s ales of this product produc ed at NLMK
Clabec q grew by 60% Y oY to 29,000 t onnes.
European counties remained the di vision’s k ey consuming r egion, incl uding Germany, Denmark, Sweden, Italy
and others. Products w ere also sold in the int er nat ional markets, including the M.E ast. Q 4 thick plat e production
reac hed 158,000 tonnes sal es w ere 161,000 tonnes. This decline was l argely due t o l ower capacity util izati on at
NLMK D anSteel, following the upgrades of rolli ng operati ons and the launch of t he new rolling mill. N LMK Ver ona
increas ed sales by 16,000 tonnes t o 91, 000 t onnes as custom ers re-stocked.

Million tonnes                    Q4'12                Q3'12                 QoQ                        Q4'11             QoQ

Plates                            0.161                0.21                  -22.80%                    0.241             -33.10%

Million tonnes                               QoQ                             2012               2011               YoY

Plates                                       -33.10%                         0.92               1.031              -10.60%

Source - N LMK

                                                                         3
Copper scrap metal exporters to seek clearance from national security – MOTI
The Mi nistry of Trade and Industry has direct ed t hat with effect from February 1st 2013 companies or persons
intendi ng to export copper scrap m etals from Ghana m ust seek clear ance from O ffice of the National Sec urity
Coor dinator.
A statem ent signed by Mr Nana Akr asi S arpong act ing Director of C omm unicati on and P ublic Aff airs of the MOTI
sai d that the cl earance shoul d be sought prior to submitting the consignm ent of the metals t o t he G hana
Standards A uthority for inspection.
It explai ned that the m easure w as necessitat ed by the hi gh i ncidence of disr upti on of underground communicati on
infrastructure and theft of cables in s om e m ajor cities of the country to deal ers, who subsequentl y expor t sam e as
copper scrap.
The stat em ent warned that failure to com pl y with thi s directive will imply t hat the copper scrap met als intended f or
export will be sei zed and confiscated to the State and the expor ter will also be li able to a fine.
Source – GN A

Indonesia to enforce unprocessed mineral exports strictly
The J akarta P ost reported that t he I ndonesian government will not back down from impl ementing a r egulation
banni ng unproc essed mi neral ore exports in 2014, meani ng that miners will have t o c omply or shut down.
Mr Thamrin Si hite, the Energy and Mi neral R esour ces Ministry's coal and mi nerals chi ef, said that the governm ent
would not tol er ate halfhearted im pl em entati on of the ban, w hich w as authorized by the 2009 Mining Law.
He old "W e want t o say again that as of 2014, no miners will be abl e to export raw mi neral ore. No excuses.’
Mr Thamrin was also dismissive of sever al firms that he said had s hown a commitment to buil di ng l ocal smelt ers
just for the sak e of obt aining an export permit. He tol d ‘If t he mi ners decide not to com ply t hey might as well t hey
stop business here.’
The mi ni ng l aw sai d t hat mining firms woul d be banned from expor ting' unpr ocessed mi neral ore i n 2014 and
would be r equir ed to build smelter s locall y or to cooperat e with l ocal smelting com panies to proc ess mineral ore.
To avoid over exploitati on of the nation's mineral r esources in the r un up to the ban's impl em entation, r egul ati ons
introduced in May im posed tougher requir ements on the export of 65 types of r aw miner als. A 20% export tax on
minerals w as also im posed.
Source - Jakarta P ost

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Par Astrid Gouzik - Publié le 07 février 2013, à 08h08

Alors que le sidérurgiste a publié sa plus forte perte depuis la création de l'entreprise, Lakshmi Mittal a
répondu aux Echos. Baisse de la demande d'acier en Europe, fermeture des hauts-fourneaux de Florange, le
PDG d'ArcelorMittal fait le point.

"Nous ne prévoyons pas de redressement sensible du marché européen cette année, compte tenu de l'environnement
macroéconomique". Le préambule n'est pas encourageant, mais nécessaire pour amener la suite. Dans les colonnes
du quotidien économique Les Echos, ce jeudi 7 février, Lakshmi Mittal commente les résultats publiés par son groupe...
et justifie la fermeture des hauts-fourneaux de Florange alors que les métallos étaient dans la rue, la veille, pour
manifester.
En effet, le sidérurgiste affiche une perte de 2,7 milliards. En Europe, le PDG d'ArcelorMittal ne prévoit pas un rebond
de la demande d'acier. "Nous partons sur l'hypothèse d'une baisse de la demande de 1 % cette année, voire plus",
explique-t-il. "Il n'y a pas de croissance ici, pas de projets majeurs, pas de créations d'emplois. En fait, nous ne voyons
pas l'acier européen revenir à ses niveaux d'avant-crise", ajoute-t-il, pessimiste.
Une conjoncture qui justifie le plan d'opitmisation d'actifs décidé en 2011, glisse-t-il alors. "Ce qui nous a amenés à
fermer une partie de nos installations [dont les deux hauts-fourneaux de Florange, NDLR]", rappelle alors Lakshmi
Mittal.
Quant à savoir si, vu les perspectives sombres pour le marché de l'acier en Europe, d'autres mesures de
restructuration sont à prévoir, l'homme d'affaires se veut rassurant : "L'essentiel des mesures prises dans le cadre de
notre « plan d'optimisation des actifs » a été annoncé. Nous considérons que ce plan permet de créer une base
industrielle durable en Europe, adaptée à la demande de nos clients. Il n'y a donc pas d'autres mesures importantes à
attendre de notre part."

Astrid Gouzik
Encore une année difficile pour la sidérurgie européenne
Le 06 février 2013 par Daniel Krajka

La chute de la demande d’acier provoquée par une activité réduite des industries consommatrices va se
poursuivre et il faudra attendre 2014 pour qu’un rebond de la demande se consolide.

L’économie européenne était en récession avec un recul de 0,4% de son PIB en 2012, rappelle le dernier rapport du
comité économique d’Eurofer. La croissance avait fortement ralenti en Allemagne et en France et ne pouvait
compenser les fortes contractions des pays européens. Pour 2013, le lobby de l’acier table sur une stabilisation de
l’économie qui devrait en 2014 se redresser de 1,4%. « Nous tablons sur un environnement économique mieux
soutenu vers la fin de l’année, a expliqué le directeur-général d’Eurofer, Gordon Moffat. Mais il faudra la plus grande
partie de 2013 avant que nos consommateurs dans l’industrie et la chaine de distribution de l’acier note un début
d’amélioration dans les conditions du secteur. La confiance se redresse, mais c’est depuis un niveau très bas. Les
financements et le crédit sont encore comprimés. La situation du marché de l’acier va rester difficile pour un certain
temps. »

L’activité a continué d’être modérée pour les industries utilisant de l’acier en Europe au cours du deuxième semestre
2012. Pour l’ensemble de l’année, l’activité s’est contractée de 3,5% entrainant une nouvelle baisse de la demande de
produits sidérurgiques de 3,3%. La construction, le secteur le plus vorace en acier, a en particulier subit une baisse de
4,6% de son activité, le recul le plus sévère depuis 2009. Pour 2013, les perspectives sont toujours déprimées et
Eurofer attend une nouvelle baisse de 2%. La situation s’améliorera en fin d’année et 2014 devrait voir un rebond
progressif de l’activité du secteur de 1,4%.

L’an dernier, une chute de 8,2% des immatriculations automobiles a, malgré une bonne tenue des exportations,
entrainé une baisse de 3,4% de la production automobile. Une nouvelle baisse de 2,1% devrait être enregistrée en
2013 avant que la production automobile ne se reprenne de 3,4% en 2014. L’ingénierie aura mieux résisté : après un
léger recul de 0,9% en 2012, l’activité du secteur s’effritera de 0,2% en 2013 et rebondira de 3,4% en 2014. Malgré un
rebond de l’activité supérieur à 3% dans l’ensemble des secteurs, la piètre performance de la construction limitera le
rebond de l’activité globale des secteurs clients de la sidérurgie à 2,7% en 2014 – après un recul de 0,8% en 2013 –.
Le seul secteur à être resté positif est celui des transports, hors auto, affichant des progressions de 2,5% en 2012, 5%
en 2013 et 6,9% en 2014.

Pour l’ensemble de 2012, la consommation réelle d’acier en Europe a reculé de 5% alors que sa consommation
apparente chutait de 9,7%. A la baisse de l’activité s’est ajouté le recul de l’intensité* de sa consommation.
L’amélioration des technologies a provoqué une réduction de cette intensité. La sidérurgie devrait subir de nouvelles
baisses de la demande réelle et de la demande apparente en 2013 de respectivement 1,8% et 0,7%. Le marché ne
devrait pas se rétablir avant le deuxième semestre 2013 et enfin rebondir en 2014 avec une hausse de 2% de la
demande réelle et de 3% de la demande apparente. A 146 millions de tonnes (Mt), la demande apparente en 2014
sera encore loin des 185 Mt de 2008 et des 201 Mt de 2007.

Les importations d’acier devraient se stabiliser en 2013 au niveau atteint l’an dernier. En 2012, elles avaient chuté de
27,8%, avant de s’apprécier légèrement de 5% en 2014. L’Ukraine, la Russie et la Chine assurent les deux tiers des
achats d’acier de l’Europe à l’étranger. Après une hausse de 7,6% en 2012, les exportations d’acier seront étales en
2013 et progresseront de 1% en 2014. L’Europe, qui était exportatrice nette d’acier sur les onze premiers mois de 2012
(+675 000 tonnes), devrait maintenir une balance bénéficiaire grâce à ses importantes ventes de fer à béton, un produit
dont l’Algérie est un grand consommateur. La compétition sur les marchés mondiaux devraient encore se durcir, met
en garde Eurofer.

*Le ratio de la consommation d’acier sur la production totale des industries consommant de l’acier
Patricia Labar d'après Belga - Mis en ligne Mercredi 6 Février 2013, 9h31 | mis à jour à 12:31

Travailleurs et représentants syndicaux vont plaider devant le parlement européen le sauvetage de la
sidérurgie liégeoise. De son côté, ArcelorMittal a clôturé l’année 2012 dans le rouge.

Quelque 1.500 salariés d'ArcelorMittal de Belgique, de France et du Luxembourg se rendent au Parlement européen de
Strasbourg pour défendre l'avenir de la sidérurgie en Europe. Une vingtaine de cars, partis tôt le matin de Liège avec
environ 1.200 à 1.300 personnes, étaient attendus en début d'après-midi à Strasbourg, a indiqué Jean-Luc Rader, secrétaire
régional du syndicat belge FGTB Métal. Ils ont rendez-vous avec des des travailleurs du site français de Florange (Moselle)
et de Schifflange (Luxembourg) notamment.

Au parlement européen de Strasbourg, une délégation des travailleurs d’ArcelorMittal va rencontrer des députés européens
et le commissaire européen à l’Industrie. Les sidérurgistes comptent aussi être reçus en fin de journée par le président du
Parlement, Martin Schultz.

Les sidérurgistes venus de Belgique, France et de Luxembourg vont également se rassembler à proximité du Parlement
européen. Aucune manifestation n’est prévue. "Devant le Parlement européen, on veut se montrer et on veut que les
parlementaires comprennent qu'il y a un problème avec l'industrie en Europe", a précisé Jean-Luc Rader.
Le 29 janvier dernier, de violents affrontements avaient opposé à Namur policiers et "métallos" liégeois, faisant cinq blessés
parmi les forces de l'ordre, quelques jours après l'annonce par la direction du groupe sidérurgique de son intention de fermer
plusieurs outils de la phase à froid de Liège. Environ 1.300 emplois sont ainsi menacés.

Une perte de 2,2 milliards à Florange et Liège
ArcelorMittal a dévoilé une perte nette de 3,73 milliards de dollars pour 2012 (environ 2,72 milliards d’euros).

La division d’aciers plats carbone Europe, qui inclut le site lorrain de Florange en France et celui de Liège ont accusé une
perte opérationnelle de 2,2 milliards d’euros au quatrième trimestre.

Le bassin liégeois a été particulièrement touché par les mesures d’économie du groupe qui, après avoir décidé à l’automne
2011 la fermeture de la phase à chaud, vient d’annoncer la fermeture de plusieurs lignes du froid, représentant quelque
1.300 emplois.

ArcelorMittal : « Nous efforçons de trouver une solution socialement acceptable »
« Les éléments essentiels de l’optimisation des actifs ont été annoncés. Si certaines de ces mesures et de ces projets ne
sont pas faciles à accepter pour nos salariés, nous nous efforçons de trouver une solution socialement acceptable pour
toutes les personnes concernées », a déclaré, Robrecht Himpe, le directeur général du segment Plats carbone Europe.
Par Emmanuel Egloff, Service Infographie | Publié le 06/02/2013 à 18:25 | Mise à jour le 07/02/2013 à 08:51

Pour la première fois depuis sa création, en 2006, ArcelorMittal a terminé un exercice en perte. L’an dernier, le géant
de l’acier a en effet perdu 3,73 milliards de dollars, pour 84,2 milliards de dollars de chiffre d’affaires (- 10 %). Sur les
six années précédentes, il avait cumulé près de 33 milliards de dollars de profits!
Ce revers de fortune n’a toutefois pas constitué une surprise. Fin décembre, le groupe avait annoncé une dépréciation
d’un montant de 4,3 milliards de dollars sur ses actifs européens. Les performances économiques de la branche «acier
plat carbone Europe» prouvent la difficulté du marché de l’acier dans le Vieux Continent. Le chiffre d’affaires y a reculé
de 12,5 %, à 27,2 milliards de dollars, pour un excédent brut d’exploitation en chute d’un tiers, à 1 milliard de dollars.

En Europe, le groupe poursuit l’adaptation de son outil industriel pour faire face aux perspectives moroses qu’il y
anticipe. Au dernier trimestre 2012, la fermeture à long terme des hauts fourneaux deFlorange a été annoncée et celle
définitive de ceux de Liège confirmée. Plus de la moitié de la phase «à froid» de Liège devrait également disparaître.
«L’essentiel des efforts d’optimisation des actifs a été annoncé», a indiqué Lakshmi Mittal, PDG du groupe. «Ces
décisions sont difficiles à prendre mais nécessaires», a-t-il encore précisé. Les salariés de Liège continuent de
s’opposer à ses fermetures. Parfois violemment, comme l’ont montré les heurts avec les forces de l’ordre mercredi aux
abords du Parlement européen à Strasbourg. Quelques centaines de salariés, provenant en majorité de Liège mais
comprenant également des ouvriers de Florange, en France, et de Schifflange, au Luxembourg, avaient organisé une
marche pour protester contre la stratégie du groupe. Le 12 février, les ministres de l’Économie wallon et
luxembourgeois accompagné d’Arnaud Montebourg, ministre du Redressement productif français, devraient
rencontrer le commissaire européen à l’Industrie, Antonio Tajani, pour évoquer le dossier.

Dividende en baisse

Les investisseurs semblent pourtant sceptiques quant à la possibilité pour les gouvernements d’empêcher le groupe de
mener à bien ses projets. Pour preuve, le cours d’ArcelorMittal a grimpé de 1,29 % lors de la séance de mercredi.
Outre les efforts de compétitivité, les marchés financiers ont apprécié la baisse de l’endettement, principal point faible
d’ArcelorMittal. À fin décembre, la dette nette s’établit à 21,8 milliards de dollars, contre 22,5 milliards un an plus tôt.
Surtout «en tenant compte de l’augmentation de capital récente et de la cession de 15 % d’ArcelorMittal Mines
Canada, la dette devrait descendre à environ 17 milliards de dollars», selon Lakshmi Mittal. Preuve de cet effort sur la
trésorerie, le groupe a confirmé la baisse de son dividende trimestriel, qui passe de 0,75 dollar par action à 0,20 euro.
Une économie annuelle de 3,6 milliards de dollars.

Un effort que les dirigeants familiaux du groupe imaginent sans doute de courte durée. «Nous avons sans doute atteint
le point bas du cycle au dernier trimestre 2012», se rassure Aditya Mittal, le directeur financier. Il table donc sur une
année 2013 meilleure que 2012.
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